ENEMY LINE 2
ANTEFATTO
La base aerea di Amendola era stranamente silenziosa.
Alcuni manutentori parlottavano tra loro scambiandosi informazioni tecniche sui vari sistemi dell’F-16. Un Viper rientrato alla base a motore spento non aveva potuto azionare i freni sulla pista. Solo la bravura del pilota, il Colonnello “Nightmare”, era riuscito a far frenare l’aereo a pochi metri dalla recinzione della base. Si era fatto 32 miglia a motore spento e la notizia era circolata rapidamente alla base.
La gioia dei piloti tuttavia si era smorzata subito.
Il comando di intelligence era riuscito a mettersi in contatto con i due piloti dispersi nella missione “Enemy Line”; la missione che aveva visto il recupero di due piloti americani tra cui la figlia del Presidente degli Stati Uniti d’America e che era costata l’abbattimento dei due F-16 pilotati dai Capitani Teuzzo e Pegaso.
Erano passate ormai più di due settimane dall’abbattimento e le comunicazioni con i piloti si erano interrotte subito. Il morale della base era a terra... fino a 1 ora fa.
Improvvisamente il GPS dei due piloti si era acceso e ne aveva identificato la posizione. Immediatamente furono aperti i contatti radio accertandosi così delle buone condizioni di salute dei due capitani. Straordinario... erano ancora vivi. Due settimane nei boschi della Bosnia ed erano ancora vivi.
Il morale della base era alle stelle. Tutti i piloti coinvolti nella missione “Enemy Line” si erano riuniti all’interno della Sala Briefing.
La riunione era presieduta dal Colonnello Nightmare in persona. Marlboro era al suo fianco... come sempre.
I piloti erano seduti sulle poltroncine e fissavano i loro comandanti con uno sguardo che li riempiva di orgoglio. Ognuno di quei ragazzi voleva ritornare laggiù e portare in salvo i due colleghi. Glielo dovevano... Teuzzo e Pegaso si erano sacrificati per permettere l’uscita dei due piloti americani dispersi.
Il 69° squadrone era più unito che mai.
Nightmare interruppe il composto silenzio dei suoi uomini.
“Buongiorno signori! Come saprete già, Teuzzo e Pegaso sono stati ritrovati.”
I fischi volarono nella sala seguiti da applausi entusiasti.
“Calma ragazzi.... sono felice quanto voi, ma mai come in questo momento dobbiamo restare concentrati!”
Il brusio affievolì immediatamente. Cata invece continuava a fischiare, ma un colpo ben assestato all’inguine lo fece rotolare giù dalla sedia.
“Merda... ma non potevate avvisarmi che...” Cata vide Glad che si alzava dalla sedia e capì immediatamente che era giunto il momento di piantarla.
Nightmare riprese il discorso mentre Marlboro abbozzò un velato sorriso.
“La situazione è critica. Tra breve vi verrà consegnato un briefing missione dettagliato. Leggetevelo bene. Ogni squadra di volo dipende dall’altra. Uno sbaglia... e tutto è perduto.”
Spaziò lo sguardo sugli uomini. La concentrazione era massima.
“Ognuno di noi dipende dagli altri. Laggiù però ci sono due dei nostri... due dei migliori. Facciamo in modo di riportarli a casa!... In libertà!”
I piloti si alzarono dalle sedie uscendo dalla sala uno ad uno. Sulla porta d’uscita vi erano dei fascicoli blu rilegati. Ogni pilota ne prese uno.
Ghost guardò il fascicolo e apostrofò il suo amico Skyangel.
“Havcap?” domandò.
L’amico gli fece l’occhiolino “Ovviamente!” rispose.
Cata arrivò al banco sulla porta e lesse il titolo del fascicolo: ENEMY LINE 2 – TOP SECRET
“Ma non hanno proprio fantasia questi dell’intelligence! Ma dico... che cxxo... ma almen....”
Glad sopraggiunse da dietro e sollevò il pilota come fosse un sacchetto di patate. Se lo mise sotto il braccio e con la mano libera afferrò a sua volta un fascicolo.
Cata non fiatò nemmeno.
Gli altri piloti fuori dall’edificio iniziarono a ridere... tutti tranne Cata e Glad.